A colpi di fioretto, sciabola e big data

Google vs ChatGPT: il “duello” è appena iniziato

Sono uno di fronte all’altro. Si osservano, si studiano. Dopo lunghi allenamenti, si ritrovano sulla stessa piattaforma. I volti non si vedono, sono oscurati dalla maschera, ma si conoscono bene. Il più veloce avrà maggiori possibilità di conquistare vittoria e pubblico. La sfida tra Google e Chat GPT è molto simile ad un duello di scherma. A giocare un ruolo importante sono preparazione, rapidità, efficienza, risposta e, perché no, anche l’appeal sul pubblico.
Nell'era dell’intelligenza artificiale, i protagonisti maggiormente discussi sono proprio loro. Il primo è il motore di ricerca più usato al mondo, creato nel 1998 da Larry Page e Sergey Brin mentre erano dottorandi alla Stanford University. Il secondo, decisamente più giovane (classe 2020, ma lanciato sul mercato solo nel 2022), è un modello di linguaggio adattivo progettato da OpenAI per generare risposte in una conversazione testuale.
La competizione per il «dominio» dell'intelligenza artificiale sta spingendo entrambi a sviluppare soluzioni sempre più avanzate e innovative, considerando che la struttura di base è sempre la stessa: l’elaborazione dei dati. In entrambi i casi, i modelli data driven si basano sull'analisi di quanto immagazzinato per migliorare le prestazioni nel comprendere le richieste degli utenti e fornire risposte adeguate.

Il primo confronto è sui numeri. Secondo i dati forniti dalla stessa azienda, Google supera attualmente il 90% del mercato globale dei motori di ricerca (in altre parole, 9 utenti su 10 lo utilizzano per cercare in Internet). Una media di circa 3 miliardi di utenti unici al mese, un primato costruito negli anni e spinto dalla (quasi) esclusività di servizi offerti come «Search», il “classico” motore di ricerca, «Assistant», l’assistente virtuale che può eseguire conversazioni con l'utente, «Analytics», che consente di analizzare dettagliate statistiche sui visitatori di un sito ed è molto usato per marketing e strategie aziendali sul web.

Nel frattempo, Chat GPT sta sempre più guadagnando terreno: nel mese di introduzione nel mercato, novembre 2022, ha raggiunto il milione di utenti in 5 giorni e oggi, secondo OpenAI, supera i 100 milioni. In sintesi, una persona ogni 80 al mondo già lo usa nel proprio lavoro. Numeri da record, che cavalcano la velocità tanto richiesta da chi utilizza internet per qualsiasi motivo (professionale, svago, studio).

Una delle principali differenze tra i due sistemi risiede nell'approccio all'apprendimento automatico. Google si basa principalmente sull'elaborazione di grandi quantità di dati e sull'ottimizzazione degli algoritmi per migliorare l'esperienza degli utenti. In altre parole, ad una richiesta dell’utente come: «Qual è stata la causa della prima guerra mondiale?», il risultato sarà un elenco di siti web che hanno a che fare con la domanda nello specifico, oltre alla risposta testuale «La causa occasionale fu l'eccidio di Sarajevo del 28 giugno 1914», appaiono oltre 3 milioni di risultati e tra i primi ci sono i siti dell’Esercito Italiano, di Studenti.it e della Treccani.
Alla stessa richiesta Chat GPT, che è in grado di comprendere il linguaggio umano e rispondere in modo coerente ed empatico, fornisce un testo completo di circa 20 righe, utilizzando una conversazione naturale. Una risposta semplice, diretta ma articolata allo stesso tempo. L’utente avrà così la possibilità di ottenere un risultato “chiavi in mano” e non deve ulteriormente decidere su quale sito andare a cercare la definizione più adatta.

Altro punto rappresenta l’aggiornamento, la capacità di fornire risposte su argomenti di stretta attualità. Alla domanda: «Quali sono i principali eventi di cronaca del 2023?», se Google fornisce circa 127milioni di risultati, che devono poi passare al vaglio dell’utente, ChatGPT ammette candidamente: «Non ho accesso diretto alle informazioni in tempo reale, la mia conoscenza si basa su un ampio insieme che ho assimilato fino a settembre 2021». Questo accade perché questo modello di linguaggio è addestrato su una quantità di testi che hanno un limite temporale, chiamato "taglio della conoscenza" o "cutoff".

In primo piano c’è sempre l’obiettivo di offrire un'esperienza altamente personalizzata agli utenti. Google per adattarsi sempre di più al fruitore (o forse per affondare una stoccata al suo competitor) sta sperimentando «Bard», un chatbot basato sull'intelligenza artificiale generativa e sull’apprendimento automatico in grado di produrre testi in risposta a un’ampia gamma di domande.
Lo stesso metodo utilizzato da Chat GPT, che punta a creare un'esperienza di conversazione personalizzata, adattandosi alle esigenze e alle preferenze dell'utente.

Di certo, questo dualismo può portare a sviluppi significativi nell'intelligenza artificiale, consentendo una maggiore personalizzazione e una migliore comprensione delle esigenze individuali. Entrambe le aziende cercano di superarsi reciprocamente, spingendo l'innovazione verso nuovi orizzonti e migliorare ulteriormente la capacità di comprendere l'ambiguità del linguaggio umano e adattarsi alle preferenze delle persone.
Una sana (si spera) competizione tra due avversari virtuali, con in palio il trofeo di preferenza dell’essere umano. Ed è appena iniziata.